La letteratura offre dati ancora troppo poco precisi su COME l’attività fisica sia in grado di migliorare la risposta immunitaria, tuttavia vi sono prove schiaccianti di tassi più bassi di incidenza delle infezioni respiratorie acute, della durata e della intensità dei sintomi, della ospedalizzazione e del tasso di mortalità negli individui che svolgono esercizio fisico ad alta intensità e in modo adeguato – ovvero senza eccedere nei livelli di allenamento e rispettando i corretti tempi di recupero del fisico.
Lo dicono tutti, OMS, Ministero della Salute, ne parlano i giornali, lo ribadiscono gli esperti: il COVID si combatte adottando uno stile di vita sano.
L’esercizio fisico, una corretta alimentazione ed una corretta igiene del sonno sono in grado di favorire una adeguata risposta immunitaria, riducendo il rischio di sviluppare infiammazioni sistemiche e determinando quindi una minore incidenza, intensità dei sintomi e mortalità nelle infezioni virali.
Diversi studi suggeriscono che l’esercizio fisico regolare è direttamente correlato alla diminuzione della mortalità per polmonite e influenza, al miglioramento della funzione cardiorespiratoria, alla risposta ai vaccini, al metabolismo del glucosio, dei lipidi e dell’insulina oltre che al miglioramento del funzionamento del sistema immunitario.
La collega Brankica Pavic, direttrice del corso di Laurea in Fisioterapia Federico II di Benevento ribadisce che “l’attività motoria è fondamentale perché la salute degli apparati muscolo-scheletrico, neurologico, cardiaco, vascolare, respiratorio, metabolico e posturale dipende dal movimento che quegli stessi apparati producono”.
Cosa succede davvero?
Gli studi indicano che la modulazione della risposta immunitaria correlata all’esercizio dipende da fattori quali regolarità, intensità, durata e tipo di sforzo applicato: è stato dimostrato infatti che gli esercizi fisici di moderata intensità stimolano l’immunità cellulare, mentre le pratiche prolungate (> 90 minuti di esercizio fisico) o ad alta intensità senza un riposo adeguato possono innescare l’effetto opposto rappresentando addirittura un fattore di attrazione per il virus.
Nei soggetti fisicamente attivi, infatti, si può apprezzare un miglioramento dell’immunovigilanza, nonché una riduzione del processo infiammatorio sistemico, fattori che confermano che una regolare attività fisica aiuta a migliorare il sistema immunitario, aiutando nel contempo a prevenire le malattie respiratorie e quindi a proteggere da infezioni quali come COVID-19.
L’esercizio fisico regolare di intensità moderata è già stato associato a una riduzione delle infezioni respiratorie rispetto alla sedentarietà.
Un discorso a parte va fatto per gli sportivi professionisti o comunque per coloro che praticano attività fisica a livello agonistico in quanto bisogna ricordare che lo sport condotto ad alta intensità genera temporaneamente una condizione di immunodepressione nella fase finale dell’allenamento che espone persone anche sane al rischio di ammalarsi. Basta pensare a quanti atleti di endurance come ciclisti e maratoneti siano preda di malattie virali duranti le grandi performance! Questo avviene proprio perché pratiche fisiche esaustive prima o durante una condizione infettiva, come l’influenza o il COVID-19, possono scatenare malattie gravi a causa di cambiamenti nel sistema immunitario a causa dello stress ossidativo (ovvero lavoro aerobico ad altissimo carico e stress metabolico cellulare) a cui viene sottoposto il fisico.
Pertanto, è fondamentale prestare attenzione all’importanza di sviluppare l’allenamento fisico a livelli appropriati!
E gli anziani??
Per la popolazione anziana, l’attività fisica è ancora più essenziale, in quanto questi individui hanno generalmente maggiori comorbidità e, in relazione al nuovo coronavirus, sono più vulnerabili a contrarre la malattia. Damiot et al. hanno suggerito che gli individui che sono rimasti attivi per tutta la vita hanno caratteristiche di “invecchiamento immunitario” (gli esperti dicono immunosenescenza) meno pronunciate, che possono essere un possibile fattore protettivo contro lo sviluppo di complicanze causate da COVID-19.
In questo senso, nella popolazione anziana sono stati riportati effetti benefici di un esercizio fisico regolare, tra cui riduzione dello stress ossidativo e dello stato infiammatorio basale, miglioramento della competenza immunitaria e riduzione dei cambiamenti cellulari legati all’immunosenescenza.
Last but not leaast…un ultimo punto riguardante lo stato infiammatorio di base prima di continuare: attività fisica e riduzione dei marker infiammatori nei soggetti obesi e in sovrappeso – che hanno per definizione uno stato metabolico infiammatorio elevato.
Luzi e Radaelli [72] hanno evidenziato come, proprio nei soggetti sovrappeso, sia la salute metabolica che quella immunitaria traggano beneficio dalla pratica dell’attività fisica, che riduce il rischio di complicanze infettive. Inoltre, sebbene il COVID-19 non sia principalmente una malattia metabolica, è necessario mantenere il controllo metabolico del glucosio, dei livelli lipidici e della pressione sanguigna al fine di prevenire complicazioni metaboliche e cardiovascolari, nonché per ridurre la risposta infiammatoria locale e bloccare il virus che entra nelle cellule.
Pertanto, anche in questi casi, l’esercizio fisico regolare appare essere la misura preventiva non farmacologica da prediligere nella difesa dell’ospite contro l’infezione virale.
Infine, tra gli effetti dell’esercizio fisico annoveriamo la sua capacità di modulare il potenziale di coagulazione del sangue, l’aggregazione piastrinica e la fibrinolisi oltre a determinare una riduzione del rischio di eventi ischemici ed una migliore capacità del fisico nella gestione dei disturbi della coagulazione eventualmente secondari all’infezione da SARS-CoV-2.
Ma come fare per ridurre l’infiammazione generale?
A causa dello stato di quarantena adottato in diversi paesi come misura per prevenire e controllare la diffusione della SARS-CoV-2 durante la pandemia COVID-19, l’isolamento sociale e le restrizioni alla circolazione delle persone hanno ridotto la pratica dell’attività fisica predisponendo la popolazione ad adottare comportamenti sedentari e a specializzarsi chef improvvisati con grandi pranzi e cene gourmet.
L’allontanamento sociale è una condicio sine qua non per ridurre la velocità di contagio di COVID-19 e dei decessi associati, tuttavia, a causa di queste misure, le società sportive, le palestre e gli spazi fitness hanno sospeso le loro attività per ridurre gli assembramenti ma questo ha determinato un grosso ostacolo per l’esercizio fisico predisponendo l’intera popolazione mondiale ad un cambiamento delle abitudini di movimento con conseguenze negative per la salute metabolica, come aumento di peso, crescita del tessuto adiposo, iperglicemia e resistenza all’insulina e perdita del tessuto muscolare.
Poiché questa condizione può danneggiare le difese del corpo e contribuire in modo significativo alla riduzione delle condizioni fisiche, funzionali e della perdita di salute degli individui, l’adozione di abitudini sane e una routine di esercizi possono aiutare a mantenere la salute.
Le opzioni per le attività aerobiche da svolgere a casa includono camminare vivacemente intorno alla casa, su e giù per le scale, ballare e saltare la corda. Quando possibile, camminare o correre all’aperto, andare in bicicletta, fare giardinaggio e giochi in famiglia sempre rispettando le misure di prevenzione.
Nella tabella qui sotto, alcuni autori (Born et al., 2017; Falkenberg et al., 2018; Halabchi et al., 2020; Liaw et al., 2020) propongono alcune linee guida riguardo agli esercizi da svolgere individualmente durante il periodo di quarantena.