La hip-spine syndrome (ovvero la sindrome anca-colonna vertebrale – HSS) è stata inizialmente definita nel 1983 e descrive l’esistenza concomitante di una patologia sia a livello dell’anca che della colonna vertebrale. I casi di HSS possono essere classificati in una delle quattro categorie principali:

  1. Semplice: nonostante apparenti alterazioni patologiche sia dell’anca che della colonna vertebrale, la fonte primaria dei sintomi può essere chiaramente attribuita all’anca o alla colonna vertebrale;
  2. Secondaria: il dolore all’anca e alla colonna vertebrale sono interdipendenti ovvero i sintomi dell’uno sono secondari a una deformità o patologia dell’altro;
  3. Complessa: ci sono cambiamenti patologici concomitanti sia nell’anca che nella colonna vertebrale, senza una chiara fonte primaria di dolore;
  4. Diagnosi errata: la fonte primaria del dolore è diagnosticata erroneamente.

L’anca e la colonna vertebrale, infatti sono caratterizzate da una contiguità anatomica per influenze sovrapposte dei tessuti molli e costituiscono una vera e propria unità funzionale: sono infatti due segmenti distinti che però lavorano insieme e le cui caratteristiche e qualità di movimento sono interdipendenti e si influenzano reciprocamente.

Tale fattore è stato identificato come un fattore chiave nello sviluppo della patologia concomitante tra anca e colonna vertebrale e non sarà, quindi, difficile aspettarsi che le menomazioni in una regione influiscano sull’altra.

Nella sua descrizione originale, la HSS si riferiva alla coesistenza di malattie degenerative della colonna vertebrale e dell’anca tuttavia, le recenti evidenze in evoluzione suggeriscono quanto sia importante riconoscere una grande varietà di condizioni (soprattutto dell’anca) per identificare le cause e condurre correttamente la diagnosi della sindrome.

È stato ipotizzato che qualsiasi condizione dell’anca con conseguente alterazione del movimento possa portare a un aumento dello stress attraverso l’articolazione sacroiliaca e/o la colonna lombare, predisponendo così alla HSS. L’impingement femoro-acetabolare (FAI) e la displasia acetabolare sono recentemente emersi come attori chiave nella HSS.

Segni, Sintomi ed Esame Fisico

La HSS può spesso essere caratterizzata da dolore alla natica, alla coscia o all’arto inferiore. Quelli appena descritti sono sintomi che possono celare una patologia sia a carico dell’anca che della colonna vertebrale: ecco perché è importante condurre una accurata diagnosi differenziale per riuscire ad individuare la struttura che genera il dolore primario, senza trascurare eventuali segni neurologici a carico della sensibilità o della forza muscolare.

Imaging: RX, Risonanza Magnetica e TAC

Per definizione la HSS indica la presenza radiografica simultanea di una patologia a carico dell’anca e della colonna vertebrale, pertanto l’imaging da solo ha un ruolo limitato nella diagnosi ma può essere utile per sostenere i risultati clinici che propendono per l’uno o l’altro distretto come eziologia primaria della sindrome, così come per escludere altre diagnosi potenzialmente complicanti (come fratture e tumori maligni). Le radiografie semplici sono spesso la prima scelta in termini di modalità di imaging nella valutazione preliminare dei sintomi sia dell’anca che della parte bassa della schiena.

In alcuni casi, potrebbe essere necessario un imaging più avanzato (RMN o TC) per rafforzare ulteriormente un sospetto generatore primario di sintomi o escludere diagnosi alternative. Alcune indicazioni generali per l’imaging avanzato includono situazioni in cui:

  • Sono presenti segnali di allarme rosso (come debolezza focale, anestesia della sella, incontinenza intestinale o vescicale, febbri o perdita di peso repentina, storia di traumi significativi o storia di malignità o immunocompromissione),
  • L’anamnesi e l’esame clinico non sono correlati alle radiografie semplici,
  • Il paziente non risponde come previsto a un corso appropriato di trattamento conservativo, anatomico-specifico
  • Sono necessarie ulteriori immagini per facilitare interventi terapeutici mirati.

Iniezioni come strumento ulteriore di diagnosi differenziale

A seguito di una valutazione clinica e radiografica completa, possono essere indicati ulteriori interventi per aiutare nella diagnosi e possibilmente fornire sollievo terapeutico. Se utilizzate come coadiuvanti diagnostici, è probabile che le iniezioni siano di maggiore beneficio negli scenari in cui il principale attore dei sintomi rimane poco chiaro. Indipendentemente da ciò, tali interventi dovrebbero funzionare come un’estensione della storia e dell’esame obiettivo, mirando a una sospetta fonte di dolore in base alle implicazioni dei risultati clinici preliminari.

Come si cura

Attraverso un approccio sistematico è auspicabile trovare il generatore di sintomo/dolore primario o una logica spiegazione per il complesso sintomatico del paziente, soprattutto quando il paziente presenta una HSS di tipo primario o secondario dove esiste una chiara eziologia guida.

Vediamo come si orientano gli specialisti per individuare quello che sarà poi il distretto da trattare in prima battuta:

Sintomi e fattori scatenanti HSS

L’approccio di trattamento inizialmente è di tipo conservativo e può includere la modifica dell’attività, terapia fisica mirata, modalità terapeutiche e farmaci antidolorifici possibilmente in combinazione con iniezioni terapeutiche struttura-specifiche. Per le situazioni che, invece, sono recalcitranti alla terapia conservativa ma in cui una diagnosi primaria è stata stabilita con sicurezza si può optare per un intervento chirurgico (spesso protesi per l’artrosi d’anca, artroscopia per il conflitto femoro-acetabolare, artrodesi per la sacroiliaca, ecc.)

…e se qualcosa va storto?

Una mancata risposta ai sintomi attesi o persistenti a seguito di qualsiasi intervento specifico nel contesto della HSS può suggerire una diagnosi errata di una fonte primaria o una HSS complessa, in cui non esiste una fonte primaria definitiva. Ciò può implicare uno scenario particolarmente impegnativo; tuttavia, rivedendo un algoritmo diagnostico sistematico, è spesso possibile identificare e gestire con successo tutti i generatori dei sintomi.