Il RUNNER’S KNEE è un termine utilizzato per descrivere un dolore al ginocchio vago e diffuso che si verifica comunemente nelle persone fisicamente attive. Il termine tecnico per il “ginocchio del corridore” è sindrome del dolore femoro-rotulea, ed è caratterizzata da un diffuso ed insidioso dolore al ginocchio aggravato dai movimenti in flessione (accovacciarsi, inginocchiarsi, sedersi con il ginocchio flesso e rialzarsi dopo un periodo prolungato). È alleviato dal riposo e spesso non può essere localizzato su una specifica struttura anatomica.

L’origine della sindrome femoro-rotulea è probabilmente multifattoriale. Gli studi indicano quattro principali fattori contribuenti:

  1. runner kneeMal allineamento degli arti inferiori e/o della rotula e quindi errato scivolamento della rotula nella sua sede anatomica
  2. Squilibrio muscolare degli arti inferiori
  3. Iperattività/sovraccarico/uso eccessivo
  4. Trauma

Dei quattro fattori che contribuiscono, l’uso eccessivo sembra essere il più importante.

Vediamoli insieme:

Mal allineamento e squilibrio muscolare

La funzione dell’articolazione femoro-rotulea si basa su una complessa interazione tra strutture statiche (o strutturali/anatomiche) e dinamiche che coinvolgono l’intero arto inferiore.

Tra le componenti statiche consideriamo la diversa lunghezza delle gambe, la morfologia anormale del piede, la rigidità dei muscoli posteriori della coscia e dell’anca, ecc.

Tra le componenti dinamiche citiamo la debolezza muscolare, le forze di reazione al suolo e la pronazione del piede che può essere insufficiente o eccessiva (piede piatto reale o che cede sotto carico o al contrario piede che non cede MAI!).

Diversi studi hanno concluso che la debolezza della muscolatura abduttoria dell’anca può svolgere un ruolo importante. Un altro studio che ha esaminato le donne runner ha indicato la biomeccanica dell’anca come causa contribuente allo sviluppo di PFS, scoprendo che maggiori angoli di adduzione dell’anca erano associati ad un aumento del rischio. Tuttavia su quest’ultimo aspetto la letteratura evidenzia risultati controversi.

Iperattività e sovraccarico

Molti pazienti con PFS non mostrano alcun segno di malallineamento, ma durante una attenta raccolta dati anamnestica riferiscono che il dolore è iniziato in occasione di un sovraccarico dell’articolazione femoro-rotulea come un aumento dei chilometri percorsi o del volume di lavoro. I fattori di rischio che possono portare a sovraccarico, aumentando così il rischio di PFS, includono il precedente livello di forma fisica, il precedente regime di esercizio e un BMI> 25.

valutazioneLa diagnosi di PFS si raggiunge partendo da una dettagliata anamnesi e da un esame obiettivo accurato; è spesso considerata una diagnosi di esclusione pertanto, è necessario escludere altre condizioni che potrebbero dare sintomi sovrapponibili.

I sintomi possono essere unilaterali o bilaterali ed insorgere gradualmente o in modo improvviso. I pazienti descrivono tipicamente un peggioramento dei sintomi con lo squat, la corsa, l’alzarsi dopo essere stati seduti a lungo o la salita delle scale. Il dolore è solitamente mal localizzato: può essere descritto dietro o intorno alla rotula, ma non ha una localizzazione netta.

Alcuni pazienti possono descrivere cedimenti o una sensazione di morsa al ginocchio: entrambi potrebbero essere segni di patologia legamentosa o intra-articolare per questo motivo, durante la raccolta dati è molto importante indagare se vi sono stati traumi al ginocchio, inclusi interventi chirurgici precedenti e raccogliere informazioni sulle precedenti attività di uso eccessivo del ginocchio.

Come si valuta?

trattamenti riabilitazione neurologicaLa diagnosi della sindrome del dolore femoro-rotulea è tipicamente clinica. Di solito non vengono eseguite ulteriori indagini radiografiche a meno che i sintomi restino stabili dopo uno o due mesi di gestione conservativa: le radiografie, infatti, solitamente non correlano bene con il disturbo e talvolta è difficile distinguere il lato dolente dal controlaterale sano.

L’imaging avanzato come la risonanza magnetica, l’ecografia muscolo-scheletrica e la TC di solito non è indicato.

Cosa fare?

Il trattamento della sindrome femoro-rotulea è solitamente conservativo e mirato alla riduzione del dolore, al miglioramento della dinamica della rotula e al ritorno al livello precedente di funzionalità. Si divide in due fasi principali: fase acuta e fase di recupero.

La fase acuta prevede la modifica dell’attività al fine di non essere provocativi dei sintomi, l’uso di farmaci antinfiammatori (FANS) e altre modalità conservative come il ghiaccio.

Nella fase di recupero, invece, si cerca di correggere il problema che molto probabilmente ha portato allo sviluppo della patologia e l’insorgenza dei sintomi: la combinazione di esercizi per il ginocchio e l’anca con lo scopo di aumentare la forza, la mobilità e la funzione degli arti inferiori è l’intervento più efficace.

tapingSe il paziente avverte dolore durante gli esercizi, è possibile provare a modulare il dolore con l’applicazione di un taping rotuleo; si tratta di un cerotto medicale che non contiene medicamenti ma che svolge la sua funzione per il modo in cui lo si applica. Alcuni studi hanno dimostrato la sua capacità di contribuire alla riduzione dei sintomi se applicato in combinazione con la fisioterapia, tuttavia le evidenze in letteratura attualmente disponibili sono di scarsa qualità.

La terapia deve essere specifica per il paziente e adattata per correggere la disfunzione presente. Il rinvio alla chirurgia ortopedica non è raccomandato ed è considerato un trattamento di ultima istanza.

Prognosi

La prognosi della sindrome femoro-rotulea è buona: quasi l’85% dei pazienti trattati con un regime conservativo costituito da esercizi attivi sortisce solitamente esiti positivi anche se è stato visto che, purtroppo, circa il 40% dei pazienti con diagnosi di PFS potrebbe avere sintomi anche ad un anno dall’inizio del trattamento. I fattori predittivi di una prognosi infausta a lungo termine includono una rotula ipermobile, età avanzata e sintomi bilaterali e le complicanze più comuni riguardano lo sviluppo di artrosi femoro-rotulea dovuta alla mobilità inadeguata della rotula e lo sviluppo di dolore cronico.